La privazione del movimento e del corpo nella scuola dell’obbligo è un problema.

In passato i bambini potevano sopportare di stare seduti in un banco perché dopo avevano i cortili, i campi, le strade, la socialità, i giochi. C’era una sorta di compensazione rispetto all’esperienza così prettamente scolastica. Oggi noi abbiamo scuole a tempo pieno dove i bambini stanno seduti non solo le quattro ore del mattino, ma anche quelle del pomeriggio.
Insegnanti di educazione fisica dicono che in prima secondaria di primo grado dai test motori di ingresso che ci sono bambini e bambine che non sanno fare una capriola, non sanno correre.
Questi aspetti possono sembrare semplicemente fisici, ma non è così, c’è un’intelligenza motoria, il corpo che si muove è un corpo che sviluppa intelligenza nel movimento. Correre, significa pensare la corsa, fare una capriola, significa pensare a come il mio corpo si muove in quello spazio, significa pensarmi nella capriola.
Nel non curare questi aspetti espropriamo il bambino di una intelligenza. L’intelligenza motoria vale come quella linguistica, matematica, storica, ecc. Abbiamo bisogno di riconsegnare ai bambini quello che noi gli abbiamo tolto: la dimensione del corpo, il movimento; dell’intelligenza motoria applicata per esempio ai tanti giochi che i bambini facevano, che hanno sempre fatto nella loro vita ordinaria, togliendo loro quest’esperienze abbiamo impoverito lo sviluppo globale del bambino; noi oggi abbiamo bisogno di riconsegnargliele queste esperienze non per effettuare un’operazione di tipo nostalgico, ma perché noi stiamo facendo dei danni, priviamo il bambino di esperienze.